Il Blog di Corrado Bonadeo


Alessandria ai margini

Alessandria ai margini

  

Alessandria scende ancora nella classifica sulla qualità della vita: il capoluogo si è piazzato al 61esimo posto contro il 60esimo dell'anno precedente.

A peggiorare il dato complessivo soprattutto il tempo libero con la pessima copertura della banda larga e la scarsa presenza di librerie, cinema e ristoranti.

La provincia sfoggia ancora una grande litigiosità, peggiorata rispetto all'anno precedente, visto che il territorio è al 97esimo posto per separazioni e divorzi.

Bene invece la velocità della giustizia e l'export.  (o meglio bene sino a quando vedremo gli effetti temo nefasti dei nuovi accorpamenti dei Tribunali fatti senza programmazione e spesso senza logica).

TENORE DI VITA
Nella classifica sul tenore di vita Alessandria è peggiorata rispetto all'ultima rilevazione. Si è collocata al 25esimo posto (era al 23esimo) con 655 punti contro i 791 della prima: Milano.

Sul risultato incide soprattutto il costo della vita con un'inflazione al 3,50%, dato che incastra il territorio al 94esimo posto.

Lo scarso fascino di Alessandria è dimostrato anche dal costo di una casa in 'semicentro'. Il prezzo per metro quadro è di 1.650 euro (37esimo posto) contro i 1.000 euro di Caltanissetta (in vetta a questa classifica). Abbastanza buono il dato del Pil pro capite nel 2012: 25.330,15 euro (40esimo posto) e il dato sul risparmio 20.129,82 euro (32esimo posto) anche se peggiorato rispetto all'anno passato (30esimo posto). 

AFFARI E LAVORO
In questa graduatoria la provincia di Alessandria guadagna molti posti (42esima contro il 52esimo dell'anno passato).

A determinare questo risultato il numero di imprese registrate per 100 abitanti: 10,60 (49esimo posto in peggioramento rispetto al 48esimo dell'anno scorso) anche se i fallimenti (ogni mille imprese) sono stati 19,31 (dato che piazza l'alessandrino al 65esimo posto) contro i 6,64 di Bolzano (prima in questa classifica).

Lusinghiero il numero di donne occupate: 58,19% per un bel 16esimo posto.

Invece è ancora scarso l'apporto dei giovani: le startup innovative, ogni 10mila giovani, sono state 1,67 (59esimo posto).

Preziosissimo infine, come più volte rimarcato, l'apporto dell'export, dimostrato anche dall'ottavo posto di questa classifica: la quota delle esportazioni del Pil è pari al 48,45%.

SERVIZI AMBIENTE E SALUTE
Anche in questo settore il piazzamento di Alessandria è in miglioramento: 58esimo posto (era 68esima).
Le infrastrutture sono più che sufficienti (31esimo posto) così come le strutture per i più piccoli: 36esimo posto.

Ottima anche la velocità della giustizia: 20esimo posto con il 46,23% di cause evase su quelle nuove e pendenti nel 2012.

Pessima però la pagella ecologia con un 79esimo posto basato sull'Indice Legambiente Ecosistema urbano 2013.

Fa riflettere infine il tasso di emigrazione ospedaliera pari al 12,52% nel 2012 con un 81esimo posto su 107 province.

POPOLAZIONE
Anche in questo caso miglioramento in classifica con un 37esimo posto (era al 43esimo)
La densità demografica è ragionevole e pari a 120,05 abitanti per kmq (35esimo posto).

Buono anche il tasso migratorio visto che il rapporto iscritti cancellati all'anagrafe è di 1,22 (39esimo posto).

Alessandria sfoggia però anche una forte crisi nelle coppie. Sono stati 74,14 ogni 10 mila famiglie i divorzi e le separazioni nel 2011 precipitando ancora dal 92esimo al 97esimo posto.

Gli investimenti in formazione sono poi profondamente negativi nel 2012. I laureati ogni mille giovani tra i 25 e i 30 anni sono stati solo 62,43 nel 2012 ed è un risultato che piazza la provincia all'83esimo posto. Come sempre ottima la percentuale di stranieri rispetto alla popolazione complessiva: 9,38% (31esimo posto).

 

ORDINE PUBBLICO
Migliora la posizione, anche se di poco (era al 72esimo), la classifica generale sull'ordine pubblico. Alessandria si colloca nella seconda metà della graduatoria, al 71esimo posto.
Gli episodi di scippi, rapine e borseggi, ogni 100 mila abitanti, sono stati 189,07 (63esimo posto).

Ancora più allarmante il dato degli appartamenti svaligiati: i furti in casa ogni 100 mila abitanti sono stati 594,36 (100esima posizione) e i furti di auto 84,24 (63esima posizione).

Meno grave il numero di estorsioni: 7,96 ogni 100 mila abitanti (43esimo posto) e le frodi: 180,88 (60esimo posto).

Alla fine però il trend di delitti totali nel raffronto 2008-2012 è buono con un ottavo posto e un indice di variazione dell'86,83.


TEMPO LIBERO
Nello svago Alessandria e provincia precipitano invece in maniera drastica. Il territorio si colloca al 75esimo posto (era al 54esimo posto), peggiorando il precedente piazzamento.

Ogni 100 mila abitanti le librerie sono poche (74esimo posto) 6,79, e peggio ancora succede ai cinema 2,11 (79esimo posto).

Il numero di ristoranti e bar è da metà classifica (63esimo posto): sono 582,4 ogni 100 mila abitanti.

Tragico il dato sulla copertura della banda larga visto che Alessandria è a solo 3 posizioni dall'ultimo posto, davanti solo a Asti, Rieti e Isernia.

A sollevare questa classifica infausta i 100,3 volontari ogni 1000 abitanti.

Tiene invece il settore sportivo con l'indice della sportività al 542,12 per il 53esimo posto.

 

Occorre un cambio di passo.

 

 Febbraio 2014

                                                                               Corrado Bonadeo

 

Oltre il terzo valico

Oltre il terzo valico.

La discussione sul terzo valico, sulle opportunità che garantisce e sulle problematiche che può generare va avanti ormai da troppi anni. La genesi risale addirittura al 2001. Ossia 13 anni fa.

In questo lasso di tempo se ne sono sentite di tutti i colori. Ho assistito personalmente ad un intervento a Novi Ligure di un No Tav che si dichiarava contro l’opera in quanto la stessa poteva pregiudicare la sopravvivenza dei gamberi di fiume!

In questi 13 anni altri porti e retroporti europei sono decollati, hanno portato posti di lavoro e benessere. Basta guardare l’esperienza di Rotterdam.

Non voglio pronunciarmi a favore o contro l’opera in quanto non ho approfondito tecnicamente tutti i documenti necessari per farlo. Altri hanno preso posizione (molti direi) senza neanche sapere di cosa si parla. Gli stessi No Tav hanno spesso posizione preconcette. In Italia tutte le volte che si fa un buco c’è qualcuno contro e qualcuno che vuole riempirlo. E’ uno dei motivi della nostra situazione e della nostra arretratezza ormai assodata.

Vorrei però portare avanti la proposta di un organismo che metta insieme tutte queste anime ad un tavolo tecnico nel quale approfondire una volta per tutte le varie problematiche ed arrivare ad una soluzione, magari non unanime, ma sicuramente basata su dati incontrovertibili.

Chiamiamola società di corridoio, tavolo logistico del terzo valico o quello che volete ma mettiamo intorno ad un’unica sede esperti e rappresentati di forze che abbiano un legittimo interesse per approfondire tutto quello che c’è da approfondire.

A mio giudizio occorre procedere come segue:

  1. Occorre aver chiaro da subito le coperture finanziarie di tale iniziativa sulla base di un piano economico e finanziario di massima della stessa. I professionisti dovranno essere pagati per il lavoro svolto. I politici dovranno partecipare in relazione ai loro obblighi istituzionali.

  2. La localizzazione della stessa deve essere individuata sulla base di scelte tecniche e strategiche e non geo-politiche sulla base della quali ritengo che i Comuni che rappresento costituisca un vero fulcro baricentrico nell’ambito delle infrastrutture, della logistica e dei trasporti

  3. In merito alle fondazioni non escluderei a priori il coinvolgimento di fondazioni altrettanto baricentriche quali quella di Torino, Alessandria e Tortona

  4. Tra i compiti della società/tavolo vedo anche quello di costituire una vera e propria cabina di regia onde evitare scelte generaliste delle varie entità pubbliche che operano in territori contigui come quelli indicati che finiscono per creare concorrenza al ribasso nei servizi con potenziali nocumenti nei conti economici delle stesse. In sostanza occorre discutere di specializzazioni e sinergie evitando ad esempio che i vari interporti o strutture logistiche operino in concorrenza potendo invece garantire specializzazioni e marginalità adeguate.

  5. Occorre definire il futuro di altre iniziative in essere onde evitare sovrapposizioni di competenze e confini non definiti di operatività

  6. La maggioranza della società/tavolo e la governance della stessa va tenuta in mano pubblica

  7. Vanno individuate da subito con i tecnici di riferimento le aree retroportuali da dedicare a tali attività valutando altresì vie preferenziali per garantirne l’utilizzabilità e la gestione in tempi rapidi sulla base di criteri di collocazione strategica a livello territoriale e di infrastrutture

  8. Vanno sicuramente coinvolte da subito le ferrovie (RFI e privati)

  9. La componente privata va sollecitata attivando una serie di incontri propedeutici o di manifestazione di interesse da organizzare in via prioritaria con i referenti amministrativi dei territori interessati per acquisire suggerimenti e proposte migliorative.

Per una volta invece di litigare e discutere sul nulla si potrebbe rimboccarsi le maniche ed iniziare a lavorare.

Gennaio 2014                                        Corrado Bonadeo

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